L’analisi delle acque reflue urbane si dimostra un indicatore per misurare la circolazione degli Enterovirus, fornendo alla sanità pubblica uno strumento in grado di prevedere nuove epidemie, così come evidenziato per il virus SARS-CoV-2. Lo studio dell’Università Statale di Milano pubblicato su Science of the Total Environment.
Una ricerca condotta dall’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con il laboratorio di Indicatori Epidemiologici Ambientali dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e con Regione Lombardia,recentemente pubblicata sulla rivista Science of the Total Environment (STOTEN), ha dimostrato che l’analisi delle acque reflue è uno strumento in grado di captare in anticipo la diffusione nella popolazione degli Enterovirus.


Un gruppo di ricercatori italiani, guidati da Francesco Violi della Sapienza di Roma ha individuato il meccanismo molecolare alla base della reazione trombotica associata in alcuni pazienti alla somministrazione di un determinato vaccino anti Covid. I risultati dello studio, pubblicati su Thrombosis and Vascular Biology aprono la strada allo sviluppo di nuovi farmaci per la cura dell’infarto e dell’ictus.
Le complicanze trombotiche che si sono verificate in seguito al vaccino anti-Covid, con conseguenze anche molto gravi per alcuni pazienti, sono state un motivo di seria preoccupazione sociale soprattutto nella fase iniziale della campagna vaccinale.


Una ricerca internazionale a cui hanno partecipato per l’Italia, presso il Laboratorio Europeo di Spettroscopie Non Lineari (LENS), ricercatori dell’Università di Firenze e del Consiglio nazionale delle ricerche, ha permesso di mappare, per la prima volta, la porzione del cervello umano preposta al linguaggio. Lo studio è pubblicato su Science Advances.

 Effettuata la prima mappatura neuronale in alta risoluzione della porzione del cervello umano preposta al linguaggio, l’area di Broca. La ricerca è stata realizzata da un team di istituzioni di ricerca internazionali fra cui, come unità italiana, il Laboratorio Europeo di Spettroscopie Non Lineari (LENS) con sede a Sesto Fiorentino (Firenze). I ricercatori italiani, associati al LENS, sono afferenti ai dipartimenti di Biologia, Fisica ed Astronomia, e Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università di Firenze, oltre che all’Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle ricerche (Cnr-Ino). I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Science Advances.


Un nuovo studio internazionale, realizzato in collaborazione con la Sapienza Università di Roma, ha scoperto una sottopolazione di cellule gliali, fondamentali nel controllo delle attività cerebrali. I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Nature, aprono nuove strade per il trattamento di malattie neurologiche come l’epilessia o il Parkinson
Il cervello funziona grazie ai neuroni e alla loro capacità di elaborare e trasmettere informazioni. Per supportarli in questo compito le cellule gliali svolgono una serie di funzioni strutturali, energetiche e immunitarie. Alcune di queste, conosciute come astrociti, circondano le sinapsi, ovvero i punti di contatto in cui i neurotrasmettitori vengono rilasciati per diffondere le informazioni tra i neuroni.


Uno studio dei ricercatori di Policlinico di Milano e dell’Università degli Studi di Milano ha utilizzato tecniche di sequenziamento ed editing genetico combinate a simulazioni con organoidi per scoprire l’interazione tra una variante genetica e il sesso femminile, responsabile dell’insorgenza della steatosi epatica nelle donne. La pubblicazione su Nature Medicine.
Da oltre 30 anni, la scienza cerca di trovare una spiegazione a come la diversità tra sessi influenzi l’applicazione della medicina, la risposta alle terapie e la resilienza alle patologie. La salute, infatti, non è neutra ma può avere diverse declinazioni in base al sesso del paziente.

Le risposte ottenute dalla medicina sono sempre più precise anche grazie all’uso di tecnologie avanzate e delle ultime frontiere dell’ingegneria genetica. Come nel caso del lavoro internazionale, recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Nature Medicine, coordinato dai ricercatori del Policlinico di Milano e dell’Università degli Studi di Milano. Una ricerca che ha messo in luce i meccanismi molecolari alla base di una forma rapidamente progressiva di steatosi epatica (più comunemente nota come “fegato grasso”) nelle donne in menopausa.

 

L’iniziativa ideata dall’Ufficio prevenzione e protezione del Cnr, è stata svolta in collaborazione con la Siprec e la Lithuanian Heart Association e ha coinvolto vari istituti scolastici superiori del Lazio e della Lituania. Nelle scuole partecipanti, oltre a organizzare seminari informativi sul tema, le consuete macchinette distributrici di cibo sono state sostituite da altre erogatrici di alimenti con contenuto ridotto di grassi, zuccheri, sale e calorie, valutando poi gli effetti di queste modifiche sulle condizioni fisiche dei ragazzi. I risultati sono pubblicati sul Journal of Food and Nutrition Sciences.


Una ricerca dell’Università degli Studi di Milano e Istituti Clinici Scientifici Maugeri, realizzata in collaborazione con il Consiglio nazionale delle ricerche e il Paul Scherrer Institute in Svizzera, ha studiato la correlazione tra le microcalcificazioni al seno e la presenza di tumori, scoprendo che l’assenza di whitlockite, un minerale solitamente presente nelle microcalcificazioni, potrebbe essere un indicatore della presenza di tumore. La pubblicazione su Cancer Communication.
Le microcalcificazioni, piccoli depositi di calcio che si formano nel tessuto mammario e che possono essere rilevati alla mammografia, sono spesso, ma non sempre, un segnale di allarme per la presenza di un tumore al seno. E la relazione fra microcalcificazioni e tumore non è stata mai chiarita.


Uno studio condotto da ricercatori della Sapienza in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e pubblicato sulla rivista internazionale Journal of Infection della Elsevier ha caratterizzato le varianti genetiche del virus emerse nel periodo post-pandemico, associate a forme di bronchiolite particolarmente gravi nei bambini
Negli ultimi anni sono aumentati i casi gravi di bronchiolite nei bambini, e all’impennata hanno contribuito varianti del virus respiratorio sinciziale (VRS), responsabile della malattia. Lo suggeriscono i risultati di uno studio condotto dai virologi della Sapienza di Roma in collaborazione con il Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicato dal Journal of Infection.



L’uso intensivo e precoce degli smartphone nei ragazzini non favorisce l’apprendimento, anzi, riduce le performance scolastiche di una parte consistente della popolazione studentesca. E ora, una ricerca di Milano-Bicocca e SUPSI sui dati INVALSI lo conferma, andando oltre le semplici correlazioni.

La ricerca dal titolo“Earlier smartphone acquisition negatively impacts language proficiency, but only for heavy media users. Results from a longitudinal quasi-experimental study”, condotta da Tiziano Gerosa, ricercatore della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) e Marco Gui, direttore del Centro Benessere Digitale di Milano-Bicocca (dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale) ha testato le principali ipotesi teoriche sul ruolo dello smartphone nei processi di apprendimento, sia quelle che ipotizzano benefici sia quelle che si attendono impatti negativi.



Mercoledì 6 settembre, sulla rivista eLife, è stato pubblicato un innovativo articolo sui meccanismi responsabili della lateralizzazione cerebrale, cioè l'asimmetria di funzioni tra la parte destra e sinistra del cervello. Lo studio, coordinato dal Prof. Angelo Bifone dell’Università di Torino e condotto in collaborazione con l’Università di Trento (Dr. Elena Lorenzi, Stefano Tambalo, Prof. Giorgio Vallortigara) e con l’Istituto Italiano di Tecnologia, ha utilizzato un metodo di imaging funzionale per mappare l’attività cerebrale nell'embrione di pollo all'interno dell'uovo prima della schiusa. Questa indagine ha prodotto la prima evidenza diretta che la lateralizzazione cerebrale è influenzata dall’esposizione a stimoli sensoriali già a livello embrionale, un meccanismo che potrebbe essere rilevante per tutti i vertebrati, compresi gli esseri umani.

 

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