Verso un trattamento “chemio-free” per la leucemia acuta linfoblastica più comune degli adulti
Un gruppo di ricerca tutto italiano, coordinato da Robin Foà del Dipartimento di Medicina traslazionale e di precisione di Sapienza, ha dimostrato che una combinazione di terapia mirata a bersaglio molecolare e immunoterapia può fronteggiare con successo il tipo più frequente di leucemia acuta linfoblastica degli adulti, evitando la chemioterapia e i suoi pesanti effetti collaterali. I risultati dello studio, promosso dalla Fondazione GIMEMA, sostenuto dal 5 per mille di Fondazione AIRC e con il contributo di Amgen, sono stati pubblicati sulla rivista New England Journal of Medicine il 22 ottobre scorso. L’importanza del lavoro è stata sottolineata anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento durante la cerimonia dedicata a “I Giorni della Ricerca” di Fondazione AIRC al Quirinale il 26 ottobre.
Neandertal come noi: i loro neonati avevano gli stessi tempi di svezzamento dell’Homo sapiens
Dall’analisi di tre denti da latte appartenuti a bambini neandertaliani vissuti tra 70.000 e 45.000 anni fa nell’Italia nord-orientale emerge che il loro ritmo di crescita era molto simile al nostro: la scoperta porta ad escludere che uno svezzamento tardo possa essere tra le cause che hanno portato alla scomparsa di questa specie umana. Allo studio, pubblicato su PNAS, ha partecipato il Diet and ANcient TEchnology Laboratory della Sapienza
I Neandertal iniziavano lo svezzamento dei loro neonati intorno al quinto o sesto mese d’età, un periodo del tutto simile a quanto avviene per l’uomo moderno. La scoperta deriva dal lavoro di un gruppo internazionale di ricerca che ha realizzato analisi geochimiche ed istologiche su tre denti da latte appartenuti a bambini di Neandertal vissuti tra 70.000 e 45.000 anni fa nell’Italia nord-orientale.